Largo del Petraio . L’iconografia mondiale ha da sempre cercato di catturare l’essenza, le sfaccettature, i volti di una città che per sua natura e conformazione geografica, è inevitabilmente sfuggevole. Le immagini del golfo di Napoli, del Vesuvio, di Capo Posillipo, o dei vicoli del centro storico sono ormai diventate parte integrante dell’immaginario collettivo cittadino e non. Ma c’è un’istantanea della città altrettanto forte e rappresentativa che merita attenzione: quella delle faticose e numerosissime (oltre 200) scale di Napoli. Napoli-Via-Gradini-del-Petraio,Via Gradini del Petraio,Quello che proponiamo qui è un itinerario alternativo e affascinante, fatto di scalini, rampe, discese, inaspettate oasi di pace e panorami inusuali di una città che sorprende ogni giorno perfino i suoi stessi abitanti. Stiamo parlando del Petraio e dei suoi gradini, un percorso di scale costruite tra il XVI e il XVII secolo che collega in poco più di trenta minuti il quartiere “alto” del Vomero al “nuovo”quartiere di Chiaia, simbolo delle espansioni fuori le mura. Le rampe prendono il nome dalla natura estremamente pietrosa del territorio sul quale furono edificate per raccogliere l’acqua che da qui iniziava il suo percorso in discesa (il suo nome più antico era, in realtà, imbrecciata ma il significato è lo stesso). Il punto di partenza è la stazione Morghen, situata nell’omonima via e facilmente raggiungibile con la funicolare di Montesanto o con la linea L1 della metropolitana (fermata Vanvitelli). Alle spalle della stazione, imboccando Via Annibale Caccavello e girando subito dopo a sinistra, comincia il cosiddetto Petraio. Lo spettacolo che si apre davanti agli occhi una volta imboccata Via Gradini del Petraio è inatteso e per questo ancora più affascinante: una lunga scalinata con corrimano centrale divide una serie di edifici dai colori vivaci che vanno dall’ocra al rosso mattone e sullo sfondo la riconoscibile sagoma violacea della caserma Nino Bixio di Pizzofalcone. Ancora più in fondo, il mare e la penisola sorrentina.
Salita del Petraio, Napoli.Napoli, Salita del Petraio,Il tratto finale della discesa culmina con il Largo del Petraio e qui la meraviglia è ancora più grande: allungando lo sguardo verso sinistra, la collina comincia a diradarsi dolcemente verso il mare, ora chiaramente visibile, avendo come scenografia retrostante l’imponente profilo del Vesuvio. La suggestiva prospettiva sull’intero golfo è cambiata, lasciando spazio soltanto all’immaginazione di ciò che si nasconde oltre la collina. Resta, poi, il silenzio della mattina che riempie l’aria: quest’oasi di pace lontano dal trambusto della città e dall’affollamento dei siti turistici più visitati non smette di stupire ed emozionare.Il percorso continua. Dalla terrazza del Largo s’imbocca la Salita del Petraio, tra piante di limoni, cappelle votive, immagini sacre, vicoli senza uscita, bassi popolari caratterizzati dagli immancabili panni stesi all’ingresso e i gradoni che si fanno via via meno ripidi fino ad arrivare all’incrocio con il Corso Vittorio Emanuele. Il contrasto con la parte superiore del Petraio è evidente: tranquillità e silenzio lasciano il posto alla quotidianità di auto e moto che attraversano questa importante arteria urbana. Ma il frastuono dura poco. Una volta superato il Corso e imboccata Via San Carlo alle Mortelle, ci s’imbatte nell’omonima chiesa monumentale eretta nel Seicento: è uno dei principali punti di riferimento dell’arte barocca in città che deve il suo nome alla proprietà della famiglia spagnola Trojanis y Mortela.
Proseguendo ancora in discesa e giunti in Piazzetta Mondragone, si continua prima a sinistra – percorrendo Vico Mondragone – e successivamente a destra in Via Santa Caterina da Siena. Il paesaggio urbano è ormai cambiato e ha lasciato il posto a stretti vicoli che si inerpicano verso il basso e che lasciano penetrare solo alcuni fili di luce del sole. Via Santa Caterina da Siena prende poi il nome di Gradoni di Chiaia, restringendosi sempre più fino alla stessa Via Chiaia, cuore commerciale pulsante della città e collegamento fondamentale con Piazza del Plebiscito. Il mare, prima così lontano e apparentemente irraggiungibile, è ora a due passi soltanto.