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Il mito della ninfa Amalfi


ra le storie più intriganti c’è sicuramente quella delle Janare, figure affascinanti e misteriose con le sembianze di donna. Secondo la leggenda un tempo queste creature erano visibili tra i comuni di Praiano e Conca dei Marini, borghi di marinai, ovvero, naviganti che di solito restavano in mare per lunghi periodi. Le Janare, infatti, rappresenterebbero da un punto di vista umano, la solitudine delle donne che a causa della tanta malinconia e frustrazione covata in assenza dei mariti in mare, diventavano appunto delle janare.Ma chi erano queste creature misteriose? Nell’immaginario collettivo erano quelle donne che avevano l’abitudine di riunirsi sugli alberi di ulivo indossando lunghe camicie da notte bianche in attesa che i pescatori tornassero dalla pesca notturna per adescarli. Così, una volta avvistate le imbarcazioni, iniziavano ad attirare la loro attenzione con canti e dolci parole. Gli incontri che servivano per sopperire a tutte quelle mancanze, erano solo fugaci e i pescatori finivano per diventare le loro vittime sacrificali.Il legame di queste creature fantastiche con il territorio costiero è a tal punto forte che a Praiano, uno degli otto itinerari del progetto Naturarte, è dedicato proprio a loro.Secondo la leggenda, la nascita della città di Amalfi sarebbe legata ad un amore mitologico, breve ma appassionato, tra il semidio Ercole e la ninfa Amalfi. La morte improvvisa dell’amata, spinse Ercole a mettersi alla ricerca di un luogo degno per la sua sepoltura. Il luogo ideale secondo il semidio fu proprio l’attuale città di Amalfi amorevolmente adornata con gli alberi di limone che aveva rubato coraggiosamente dal Giardino degli Esperidi.Insomma, secondo la leggenda, Ercole avrebbe edificato la splendida città di Amalfi proprio sulla tomba della sua amata dalla quale la città  avrebbe preso il nome.

Raffaele Manfredonia